L’opera nasce dalla necessità di dare forma all’orizzonte essenziale che si affanna nella ricerca spasmodica della sopravvivenza. Il mio sguardo, che racconta l’infinito viaggio degli ultimi attraverso i cieli bui del Mare Nostrum, che si coniugano agli sguardi disperati e, divenuto sincronico all’urlo dell’abisso. L’opera è il frutto di un lungo periodo di studio che l’artista compie attraversando i cieli stellati affrescati da Giotto ad Assisi e Padova. Una nuova luce anticipava la stagione Rinascimentale. Il ritorno alla centralità dell’uomo, di mutamenti sociali e politici. L’uomo sempre più artefice del suo destino umano. Vanacore raccoglie la lezione giottesca, riadattandola nei linguaggi della contemporaneità. Confida in una nuova volta celeste affinché possa indicare all’uomo moderno la via alla vita.